Alle volte è bello anche spaziare con gli argomenti. Anche se questo è un blog di cucina, la cosa non prescinde sicuramente dalla cultura. Per questo è importante dare degli stimoli diversi ogni tanto e variare la natura degli articoli che vi propongo. Inauguriamo oggi una nuova rubrica letteraria.

Ho scelto di parlarvi di alcuni dei libri che sono diventati le mie letture preferite negli anni a cavallo tra la permanenza in India e il mio rientro in Italia. Non farò molte considerazioni, se non in sporadici casi, su ognuno dei libri scelti. Mi limiterò a raccontarvi la trama a grandi linee e vi riporterò alcuni dei passaggi salienti per incuriosirvi e invitarvi a leggerli.

SHANTARAM

Iniziamo con Shantaram di Gregory David Robert, forse uno dei libri che ha contribuito maggiormente a far conoscere al mondo la magia e le contraddizione dell’India.

L’incontro con questo libro per me fu folgorante e legato alla storia di una amicizia che nacque grazie anche ad esso. Era arrivata in Kerala, a Varkala per l’esattezza, per la prima volta nella mia vita. Era tempo di monsoni, i turisti non erano frequenti, e avevo scelto proprio quel periodo dell’anno per fare un tuffo completo nella vera India, quella della gente del luogo, non filtrata dalle luci e dalle apparenze che caratterizzano i periodi più turistici, e che alle volte, abbagliati e storditi da tante proposte e novità, lasciano meno spazio ai rapporti umani più semplici e puri. Lì conobbi un italiano che si stava specializzando in massaggio ayurvedico, una ragazzo di nome Marco. Facemmo colazione insieme e iniziammo a conoscerci. Finì che io gli feci da “cavia” per allenarsi con i massaggi e lui mi regalò Shantaram per ringraziarmi.

Il libro lo rilessi, nonostante la mole (sono circa 1200 pagine), almeno tre volte, ma ogni volta mi ha regalato nuovi stimoli e nuove riflessioni. Sicuramente una lettura adatta a chi lascia fuori ogni pregiudizio e decide di intraprendere un viaggio interiore feroce e a tratti quasi violento nella crudezza della sua realtà. L’autore ha il grande merito di essere riuscito a farmi appassionare, a farmi sentire suoni e profumi. Mi ha completamente immersa nel racconto e ho riso e ho pianto con lui; per lui alle volte. Le emozioni si possono solamente vivere e questo libro è emozionante.


Shantaram è stato sicuramente è stato un grande successo letterario: la storia narra le vicissitudini di uno straniero ex galeotto, (il protagonista è lo stesso autore, il libro è autobiografico), dal suo arrivo in India alla vita negli Slum, le baraccopoli indiane di Mumbai. Le storia offre tanti spunti di riflessione ma è anche lo spaccato di una realtà a volte crudele e inclemente, ma ricca di umanità ed empatia tra le persone. Ma questo sarebbe meglio lasciarlo giudicare a voi, dopo la lettura, che vi consiglio caldamente.

Sinossi

Il bus della scalcagnata Veterans’ Bus Service, una compagnia di veterani dell’esercito indiano, è appena arrivato al capolinea di Colaba, la zona di Bombay dove si concentrano gli alberghi a buon mercato. Greg è il primo a mettere piede sul predellino e a farsi largo tra la folla di faccendieri, venditori di droga e trafficanti d’ogni genere in attesa davanti alla portiera. Ha una chitarra a tracolla, un passaporto falso in tasca e un turbinio di pensieri ed emozioni in testa. Nel tragitto dall’aeroporto a Colaba ha pensato di essere sbarcato in una città dopo una catastrofe. Davanti ai suoi occhi si è spalancata una distesa sterminata di miserabili rifugi fatti di stracci, fogli di plastica e carta, stuoie e stecchi di bambù. In preda allo stupore, Greg ha visto donne bellissime avvolte in stoffe azzurre e dorate incedere a piedi nudi in quella rovina, e uomini dai denti candidi e dagli occhi a mandorla, bambini dalle membra incredibilmente aggraziate. Ovunque, poi, aleggiava un odore acre e intenso. Quell’odore in cui, a Bombay, fiuti di colpo l’aroma del mare e il metallo delle macchine, il trambusto, il sonno, la lotta per la vita, i fallimenti e gli amori di milioni di esseri umani. Greg è un uomo in fuga. Dopo la separazione della moglie e l’allontanamento dalla sua bambina, la vita si è trasformata per lui in un abisso senza fine. Era un giovane studioso di filosofia e un brillante attivista politico all’università di Melbourne, è diventato «un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell’eroina», un «filosofo che ha smarrito l’integrità nel crimine», uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, catturato e scappato dal carcere di massima sicurezza di Pentridge.

Vi riporto alcuni passi estrapolati dal libro.

“Gli indiani sono gli italiani d’Asia – sentenziò con un sorrisetto
saggio e malizioso.
Si può dire con molta certezza che gli italiani sono gli indiani
d’Europa, ma credo che tu abbia afferrato il concetto.
Sia gli indiani sia gli italiani hanno bisogno di una Madonna: non
possono fare a meno di una cosa, anche se la religione gliela nega.
Sia in India sia in Italia ogni uomo diventa un cantante quando è
felice, e ogni donna una ballerina quando va a fare la spesa dietro
casa. Per questi due aspetti il cibo è musica nel corpo, e la musica cibo
nel cuore.
E le loro lingue fanno d’ogni uomo un poeta e ammantano di bellezza
anche la peggiore banalità.
Sono nazioni in cui l’amore fa di un gangster un cavaliere, e di
una contadina una principessa, anche se solo per il breve istante in
cui ti guardano negli occhi.”

 «La verità è che non esistono uomini buoni o cattivi» rispose. «Sono le azioni a essere buone o cattive. Gli uomini sono soltanto uomini: è quello che fanno o evitano di fare che li guida al bene o al male. La verità è che un istante di amore autentico, nel cuore di qualsiasi persona – il più nobile o il più malvagio degli uomini – possiede lo stesso fine, la stessa evoluzione e lo stesso significato, ed è come una gemma fra i petali di loto della sua passione».

“Perché la vita è così. Procediamo a piccoli passi.
Rialziamo la testa e torniamo ad affrontare il volto feroce e
sorridente del mondo.
Pensiamo. Agiamo. Sentiamo.
Diamo il nostro piccolo contributo alle maree del bene e del male
che inondano e prosciugano la terra.
Trasciniamo le nostre croci ammantate d’ombra nella speranza di
una nuova notte.
Lanciamo i nostri cuori coraggiosi nelle promesse di un nuovo
giorno.
Con amore: l’appassionata ricerca di una verità diversa dalla
nostra.
Con struggimento: il puro, ineffabile anelito di essere salvati.
Poiché fino a quando il destino ce lo consente, continuiamo a
vivere.
Che Dio ci aiuti. Che Dio ci perdoni. Continuiamo a vivere.”